Il museo del Louvre

Il vero motivo del mio viaggio a Parigi è il museo del Louvre.

Antefatto

Qualche tempo fa ho fatto una lista di cose che devo assolutamente fare nella mia vita prima di attraversare il tunnel con la luce.
Ognuno inserisce voci diverse a seconda delle sue priorità perciò nessuno si stupirà se nella mia lista c’è la visita di tutti i maggiori musei del mondo.
Visto che per il momento ho cancellato solo musei italiani ho capito che era arrivato il momento di espatriare.
Ecco perché ho messo la sveglia alle 6,30 per essere per tempo davanti alle porte del Louvre.

Fatto

Mi aspettavo una fila infinita – stile Musei Vaticani o Uffizi – invece niente di niente. Come ho detto nel post precedente siamo entrati direttamente nei sotterranei con la metro e ci siamo ritrovati sotto la piramide ovvero alla biglietteria.
La guida cartacea aveva provato a metterci in guardia usando la parola labirinto per descrivere il museo ma noi spavaldamente siamo entrati senza pensare troppo.
Risultato: immediatamente ci siamo resi conto di esserci persi e che stava diventando un grosso problema riguadagnare l’uscita.
Dopo rocambolesche avventure che ci hanno permesso di incrociare solo per caso la Venere di Milo, la stele di Rosetta ed altre opere da togliere il fiato siamo nuovamente all’ingresso.
Questa volta non ci facciamo fregare, ci armiamo di audioguida palmare e ricominciamo tutto da capo alla volta della Monna Lisa.
audioguida palmare LouvreIl palmare è fantastico: ha una struttura esterna molto resistente agli urti, nessun bottone a vista, un pennino enorme legato con un filo e un laccio per tenerlo al collo.
Come nel museo d’Orsay è l’operatore a impostare la lingua.
Iniziamo la visita: dalla home parte un breve video introduttivo utilissimo per capire come utilizzare questo supporto, quindi si apre una schermata con un menu di quattro voci:

  1. i percorsi
  2. come si usa l’audioguida
  3. dove sono
  4. il Louvre

I percorsi: sono 7, ciascuno caratterizzato da un colore diverso; a corredo di ognuno c’è un breve video introduttivo con una mappa delle museo per localizzare le opere, i tempi di percorrenza calcolati in ore e la descrizione di quello che il visitatore dovrebbe vedere all’inizio del percorso.
Come si usa l’audioguida: un aiuto alla navigazione sempre a portata di mano.
Dove sono: utilissimo, l’ho usato tantissimo. In pratica inserisci nel pannello numerico il numero identificativo dell’opera che è accanto ad ogni cornice e il palmare ti dice in quale sala, piano e padiglione sei.
Il louvre: per chi non si sazia mai c’è tutta una sezione sul museo: storia dell’edificio, storia della collezione, curiosità; il tutto sempre con mappa, tempi di percorrenza e opere.
Benone, scegliamo un percorso. Il mio simpatico amico tech mi persenta una mappa con le opere da vedere e mi indica con una freccia il senso di visita (deve aver intuito che mi perdo anche a casa mia).
Per tutta la navigazione nella barra di menu in alto ci sono sempre il tasto indietro, quello home e la ricerca per numero.
Comincia l’ascolto: seleziono il primo pallino e lo speaker mi elenca altre voci di menu:

  1. scoprire l’opera (descrizione dell’opera)
  2. scoprire il contesto (approfondimento sulla corrente artistica o storica)
  3. ringraziamenti (tutti i testi hanno una voce di credits)

Seleziono l’opera. Quindi si apre una schermata con immagine e comandi audio.
Ascolto con interesse la spiegazione. Lo stile è molto accattivante, le opere vengono descritte dalla viva voce dei curatori museali a mo’ di intervista, il che movimenta l’ascolto e rende più credibile il contenuto caricando di autorevolezza la fonte.
Lo stile è molto diretto, con garbo “la voce” si rivolge direttamente a me visitatore: mi racconta quello che vedo, mi suggerisce qual è l’angolazione migliore per ammirare l’opera, addirittura mi dà il ritmo di cammino con dei passi di sottofondo. Senza mai esagerare mi invita a guardare fuori dalla finestra quando sono in un punto strategico del palazzo, mi dice di avere sempre come riferimento la piramide o la Senna se non so più orientarmi.
Anche le musiche di sottofondo sono piacevoli. Ovviamente posso mettere in pausa o fermare l’audio quando voglio dai comandi in basso. Questo è proprio un sogno…
Continuo: il pallino dell’ultima opera ascoltata lampeggia così capisco dove sono arrivata a passo alla successiva. La mappa ad ogni modo ha i tasti per lo zoom e delle frecce per spostarmi nello spazio perché non c’è gps.
Tornata il Italia ho scoperto che le audioguide sono di Antenna Audio l’azienda che produce audioguide per quasi tutti i più grandi musei del mondo.
Come per il museo d’Orsay la visita è stata lunga (7 ore) ma la batteria non ha defezionato mai.
In generale l’approccio è stato molto positivo, l’unica nota leggermente negativa è che una volta scelta l’opera da ascoltare l’audio non parte in automatico ma devi selezionare nuovamente una voce, per interderci ci sono due “clic” ravvicinati prima di arrivare all’audio vero e proprio. Forse uno si poteva omettere lasciando la selezione manuale solo per l’eventuale riascolto. Ad ogni modo si tratta di una finesse trascurabile.
Tiriamo le somme. L’esperienza che in un primo momento mi stava mettendo ansia si è rivelata entusiasmante e la rifarei altre mille volte (non so se chi era con me condivide).
Voto: 8

Ps. so che questo post è troppo lungo e che in verità neache il più fanatico parigino lo leggerebbe ma non importa perché tanto, si sa, il blog è un esercizio di stile per ritrovare il filo dei miei pensieri che altrimenti scapperebbero via velocissimi.

Audioguide Museo d’Orsay

Ormai è passato del tempo e sono finalmente in grado di scrivere del viaggio a Parigi senza il vivo trasporto dell’immediato ritorno.
Il commento più banale del mondo però me lo concederete: Parigi lascia il segno. È piena di arte e di storia ma immerse in un’aria come dire… sofisticata.
Potrete dirmi che anche Firenze o Roma o Napoli (un po’ sottovalutata dal punto di vista artistico) sono città in cui senti il peso dei secoli passati in ogni dove ma io vi rispondo che a Parigi tutto è diverso. Si respira libertà, l’aria del Nord Europa.
È un paese che non ha paura di sperimentare, in cui una stazione ferroviaria in stile art nouveau, se troppo piccola per i nuovi treni, diventa un ottimo contenitore per i più celebri quadri dell’impressionismo francese; in cui solo venti anni fa un Presidente come Mitterand decide che è il momento di aprire un enorme cantiere nel museo del Louvre e adeguarne la struttura ai tempi che cambiano. La metro arriva direttamente nei sotterranei del palazzo, l’ingresso è spostato sotto il piano di strada e due enormi piramidi di vetro lasciano passare la luce con il palazzo antico di sfondo.

In Italia tutto ciò non sarebbe possibile. Non sono solo gli spazi a mancare, è la mentalità che è diversa. Nessuno mai avrebbe il coraggio di “dissacrare” opere antiche accostandoci l’estremamente moderno, perchè siamo troppo conservatori. Sempre con lo sguardo al passato in cerca di conferme e di certezze siamo il popolo dei gamberi: un passo avanti e due indietro.

Ad ogni modo le polemiche non servono, questa voleva essere solo una riflessione sui fatti.

Veniamo ora al tema del post: le audioguide del Museo d’Orsay. Si tratta di supporti molto semplici esclusivamente audio simili a dei telefoni.

100_4940Al desk l’operatore (che parla tutte le lingue) imposta l’audioguida in italiano e ci spiega come usarla.

A prima impressione sembrano molto resistenti agli urti, hanno un case trasparente, tasti di gomma molto grandi, un laccio per tenerle al collo.

Cominciamo la visita.

L’operatore ci suggerisce di digitare il tasto cornetta verde per iniziare la visita.

Il principio che sta alla base è semplice: accanto a gran parte delle opere c’è un cartellino con un numero. Basta digitare questo numero sulla tastiera numerica del telefono per ascoltare l’audio descrittivo dell’opera.

Le descrizioni sono di media lunghezza, dai 90 ai 120 secondi. In alcuni casi al termine dell’ascolto la voce registrata ti suggerisce un numero da digitare per accedere ad un approfondimento generico sulla corrente artistica o sul periodo storico di un gruppo di opere.

I comandi dell’audio (play/pause e stop) sono molto intuitivi: tasto verde (cornetta alzata) per iniziare o mettere in pausa, tasto rosso (cornetta abbassata) per fermare definitivamente la voce.

Il tasto ? di help è sempre a portata di mano nella tastiera.

Tutto semplice ma efficace.

Ho giocato un po’ spingendo tasti a caso per trovare una falla nel sistema… nulla.

L’audioguida non è mai impazzita, non si è spenta in nessuno modo e anzi, dopo sei ore di visita la batteria non ha dato nessun segno di cedimento. Il tutto per 5 €.

Voto: 7+.

La ville lumière

Non sono scomparsa è solo che mi sono concessa una breve vacanzina di tre giorni a Parigi. Dovevo spuntare un altro museo della mia lista che stava diventando troppo pesante: il Louvre. Già che c’ero ho visitato anche quello d’Orsay.

Naturalmente ho preso le audioguide palmari, nei prossimi giorni conto di raccontare le impressioni con calma.

Tanto per non perdere il ritmo domani sono all’UXcamp al festival della creatività di Firenze. Prometto di prendere appunti! 😉